Da fare a Trieste: bucket list di cose particolari, da vedere, da vivere

Da fare a Trieste: bucket list di cose particolari, da vedere, da vivere

Un anno e mezzo fa ho conosciuto una città che mi ha cambiato la vita. E no, non nel modo in cui mi sarei aspettata. Sono giunta qui con il cuore spezzato e tanta voglia di scoprire me stessa, di mettermi in gioco e di esplorare. Ero una ragazzina tanto spaesata quanto determinata ad incamminarsi verso un futuro diverso. E ora che quel futuro è divenuto presente, e presto si trasformerà in un aggroviglio di ricordi chiamati “passato”, sono onorata di dedicare uno spazio sul mio blog ad una fittissima bucket list di cose particolari, da fare e da vedere, a Trieste. Per viverla con l’animo di un local, consapevolezze da “adulti”, ma con l’entusiasmo di quando, da bimbi, incontriamo per la prima volta il mare.

PREMESSA: UNA TRIESTE INEDITA E UN PO’ PERSONALE

Da fare a Trieste: bucket list di cose particolari, da vedere, da vivere
Il vecchio Faro e il Porto

Non sarà un articolo convenzionale. Anzi, probabilmente, mi dilungherò parecchio: seguiranno esperienze, aneddoti, tradizioni, locali e luoghi alla rinfusa, forse in maniera fin troppo disordinata, ma sincera (e anche un po’ ironica, visto che il senso dell’umorismo è qualcosa che solitamente mi manca). Vissuti e rivissuti con colleghi, amici, il mio ragazzo e, per di più, in solitaria. Sempre e comunque, in ogni caso, filtrati attraverso gli occhi di una malinconica sognatrice.

TRIESTE LOCAL: VIALE VENTI SETTEMBRE (O IL VIALE)

Scesa a Piazza Goldoni dalla linea 1 (qui a Trieste i bus sono femminili e non maschili: è LA 1, non l’1. E via dicendo), mi infilo fra l’orda di gente che in massa attraversa la strada ai semafori che conducono verso il grande Viale.

Qui si apre, per l’appunto, Viale Venti Settembre. Per i local, “il Viale”. Una strada pedonale alberata, in cui i più coraggiosi camminano al centro, fra due lunghe schiere di alberi. I più riservati, invece, optano per le due passeggiate laterali, affacciandosi alle vetrine dei negozietti o entrando di soppiatto in qualche gelateria. Le foglie arruffate riparano una miriade di tavolini che sembra non finire mai: è questo il luogo prescelto per l’aperitivo del venerdì. Tra i miei posticini preferiti c’è Home, Sapore di Casa e Lettera Viva, che ospita anche musica live.

Il Viale è costellato dai cinema della città, come il Nazionale. Sapevi che qui ci sono anche delle mini sale, adibite a poco più di una trentina di posti? Poi, il Rossetti. Andare a teatro nel weekend, a Trieste, è una usanza mica da poco. Dalle famiglie ai più giovani, ci vanno tutti. C’è In Bocca al Gioco, un bar dove si possono trascorrere piacevoli serate in compagnia di centinaia di giochi da tavolo. Nascosti nelle traverse si celano invece degli ottimi ristoranti.

Se stai cercando dove mangiare a Trieste:

Da fare a Trieste: bucket list di cose particolari, da vedere, da vivere
Antico Caffè San Marco
  • Per una pizza gustosissima, in un ambiente easy, segnati Pizzeria Tutta N’ata Storia (PS: qui trovi pure la pizza versione gigante)
  • Il miglior sushi mai mangiato a Trieste: al Ristorante SOY (voto 10 pure all’arredamento)

Poco distante, poi, in via Battisti, si cela l’Antico Caffè San Marco: dall’aria classicheggiante, per bere un tè caldo in compagnia di decine di scaffali di libri disposte ordinatamente in tutto il bar. Altrimenti, per un’esperienza un po’ più “urban”, c’è la Libreria Lovat. E’ strano, sì, ma dovrai entrare all’OVS per arrivarci. Al terzo piano, dopo esserti fatto strada fra valanghe di volumi arcobaleno, scoverai un baretto carinissimo, con vista sul Viale.

Come riconoscere di essere arrivati nel posto giusto? Basta trovare la bizzarra Fontana del Giano Bifronte – per inciso, poco distante dall’Antica Pizzeria da Michele, altrettanto consigliata. Qui la gente si dà appuntamento, un po’ come se fosse quello il vero centro, e non la Piazza Unità d’Italia. Ma per parlare di lei, è meglio dedicarle un paragrafo a sé stante.

IL CUORE DI TRIESTE: COSA VEDERE E FARE INTORNO A PIAZZA UNITA’

Bucket List da fare a Trieste: cose particolari, da vedere, da vivere
Ponte Rosso

Spostiamoci verso la parte storica della città, nell’area compresa fra la Stazione Ferroviaria e le Rive. Dapprima s’incontra la vibrante Ponte Rosso, dove si alternano bancarelle di prodotti tipici a gabbiani che fregano i croissant ai turisti meno avvezzi. È dominata dalla caratteristica Chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo, protagonista delle cartoline più celebri. Passando per uno dei ponticelli che valicano il Canal Grande, ti imbatterai anche nella statua di James Joyce. Uno scrittore irlandese che ha fatto di Trieste la sua seconda casa, oltre che ispirazione per numerose sue opere letterarie.

Ah, come dimenticare la vera istituzione della zona. Avete mai conosciuto un negozio (a mo’ di magazzino), dove per pagare, prima, è necessario farsi impacchettare la roba in sacchi giganti in punti sparsi per il locale fronte consegna di un bigliettino? Per poi arrivare in cassa e scoprire che i conti vengono fatti con una delle prime calcolatrici divulgate sul mercato? Io no, prima di assistere con i miei occhi alla strabiliante catena di montaggio che i dipendenti di Mirella seguono con esagerata minuziosità. Non azzardarti a lasciare la città senza aver acquistato qualcosa in questo mega discount d’abbigliamento!

Un altro consiglio spassionato. Non importa il periodo dell’anno. A Trieste il gelato è spettacolare. Annotati la Gelateria Zampolli (chiedendo un mix di due gusti) e la Gelateria Nicola (prova il gelato biscotto o il gusto Crema Carsolina).

Mentre, se vuoi cimentarti nel tentativo di ordinare un caffè, c’è il Bivium, un baretto incastonato all’interno di una scuola guida – da vedere, garantito. E non posso non citare il rifugio di tante pause con i colleghi: la Bomboniera. Che sia per gustare un dolcetto, o per un capo in B (ora ti spiego), resterai stupito dalla bellezza di questa pasticceria.

Scrivo “cimentarti” perché a Trieste il caffè non lo si ordina come nelle altre città d’Italia. Ha tutte le sue varianti, contenute in una specie di Enciclopedia che, a quanto pare, solo i Triestini conoscono. Te la svelo nella foto qui sotto…

Come si chiama il caffè a Trieste? (dal bar “Martini”)

Come si chiama il caffè a Trieste
Legenda caffè – Bar Martini

Altra istituzione per Trieste è il Caffè Primo Rovis: se trovi la fila fin fuori dal locale, sappi che è tutta gente desiderosa di sperimentare il loro famoso frappè. Mentre, a proposito di caffè, possiamo finalmente incamminarci verso il cuore pulsante della città. Si passa da Piazza della Borsa, vicino al Teatro Verdi, per giungere a Piazza Unità d’Italia: la più estesa piazza sul mare di tutta Europa. Non ha bisogno di descrizioni, semplicemente perché nessuna le renderebbe mai giustizia.

Bucket List da fare a Trieste: cose particolari, da vedere, da vivere
Piazza Unità d’Italia

Devi viverla la mattina, al pomeriggio, alla sera e a notte fonda. Per non parlare di quando è Natale. Sulla sinistra, ammirando la piazza dando le spalle al mare, sorge il Caffè degli Specchi: il più bello di tutta Trieste, senza ombra di dubbio. Se vuoi evitare di spendere un occhio della testa, comunque, puoi tranquillamente entrare e prendere qualcosa al banco. Il caffè ti sarà servito insieme ad una calda – o fresca, se d’estate – cioccolata fusa (come alla Bomboniera).

Poco distante si apre nel mare il Molo Audace, lungo circa 250 metri, dove in primavera, quando iniziano le prime giornate più lunghe e assolate, ci si può godere i migliori tramonti. A meno che non sia uno di quei giorni in cui una mega crociera approda nel porto accanto… Ad ogni modo, probabilmente, a farti da sottofondo ci sarà qualche musicista itinerante, mentre ti gusti una birra fresca e un pacchetto di patatine recuperato da qualche minimarket.

Cosa si nasconde, invece, nelle viette sul retro del meraviglioso Palazzo municipale di Trieste che svetta sul piazzale?

Da fare a Trieste: bucket list di cose particolari, da vedere, da vivere
La Rigatteria

La Rigatteria, tanto per fare un nome. Una miniera d’oro di vecchie cartoline, storie dimenticate, amori mai nati, libri usati e non. Un paradiso, in poche parole. Di negozietti vintage e d’antiquariato ce ne sono a bizzeffe. È mio dovere e onore – e non specificherò il motivo – menzionare quello del signor Francesco Tagliente. Ricco di pezzi unici e autentici, e reso ancor più prezioso dall’anima di una bella persona. Lo trovi in via del Ponte, 7/A. E per un souvenir inusuale, ma originale, fai una capatina poco più in là alla bottega “Mondo dei Sogni” in via Valdirivo.

IL QUARTIERE DI CAVANA

Un vociare indistinto, ad ogni ora del giorno. In Cavana si nascondono piccole enoteche (per ottimi cicchetti: al Ciketo, da prenotare con largo anticipo), osterie (Cemut, dove assaporare il frico con polenta e un ottimo spritz), pizzerie (non posso non citare Assaje, che ti offre il prosecco nell’attesa). Menzione speciale alla Trattoria Al Collio, il primo posto dove ho pranzato al mio arrivo a Trieste, con papà, e nostra tappa fissa nelle sue visite qui in città. Pesce di ottima qualità ad un prezzo davvero onesto. Sotto l’Arco di Riccardo, invece, ci sono tanti locali che riempiono un paio di piazzette asimmetriche.

Trattoria al Collio
Trattoria al Collio

Spostandoci nelle viette meno chiassose, ci sono un paio di musei da non perdere. Il Museo Revoltella, a pagamento, e il LETS, il Museo della Letteratura. Gratuito e, peraltro, ricco di chicche su Saba, Svevo, Joyce e tanti altri. La cultura a Trieste è importantissima, se non si fosse capito. Qui è nascosta un’altra libreria bar a cui sono tanto affezionata: la Knulp. Per una colazione da invidia, di quelle anche super instagrammabili, ti suggerisco di fare capatina da Mug (appena apre, perché tempo due minuti e si riempie) o Ginger.

E per le Rive? Puoi sempre fare una passeggiata tranquilla, tranne in rare occasioni in cui Trieste diventa ospite di maratone o della celebre Barcolana, a metà ottobre. Uno scorcio inedito da cui ammirarla è il bar con vetrate vista porto di Eataly, dove non può mancare un aperitivo. Attento a non rovesciare lo spritz addosso a qualcuno, mentre ti agiti sulla seggiola per adocchiare il vincitore… (Sì, mi è successo anche questo. Ma è così che è nata una bellissima storia d’amore). Per evitare, e avere una panoramica su tutta la gara, puoi sempre salire verso il Faro della Vittoria, fuori dal centro città.

ALTRI QUARTIERI E ALTRE COSE PARTICOLARI DA FARE E VIVERE A TRIESTE

Bucket List da fare a Trieste: cose particolari, da vedere, da vivere
Parco San Giovanni

Salendo di quota, non vedevo l’ora di dedicare un paragrafetto a quella che è stata la SVOLTA delle domeniche trascorse in città, col “sole, pioggia, neve e tempesta”: il panificio pasticceria Aria, nel quartiere di San Giacomo. Qui si nasconde la migliore torta Carsolina che abbia mai mangiato, per non parlare del prezzo ridicolo a cui vendono tutti i loro dolci! Forse l’unica realtà triestina dove l’inflazione, non si sa come, non ha ancora colpito. La Carsolina è un dolce tipico del Carso triestino. Immaginatela come una torta millefoglie a tre strati: è di una bontà inaudita.

Per cena, una pizza d’asporto veloce e genuina è quella della Tana. E se hai voglia di sperimentare la cucina bosniaca e slovena (ti ricordo che Trieste è a venti minuti d’auto dal confine) prenota da Rustiko. Dovrai darti da fare per cercarlo tra le stradine sul retro della massiccia Scala dei Giganti, ma ti assicuro che ne varrà la pena.

Da visitare in zona c’è poi il Castello di San Giusto, da cui si apre una vista mozzafiato sulla città e sul Golfo. Girovagando qui e là, ti accorgerai che ai palazzi sono spesso attaccati dei corrimani. Perché quando la Bora soffia – il celebre vento che tira da nord est, in grado di rovesciare persino i tir più pesanti – rischia davvero di portarti via. PS: Se piove col vento, mettiti l’anima in pace, puoi star certo di dover dire addio al tuo ombrello. PSS: Stai attento a camminare sotto i palazzoni più vecchi, non si sa mai che potrebbe cascarti una persiana in testa… (no, non scherzo!)

Più su, ma tanto più su, c’è invece la Trieste universitaria. E, oltre all’impressionante edificio che sovrasta dall’alto la città, si nasconde fra il verde anche il Parco di San Giovanni, pieno di roseti, situato dove un tempo si ergeva un ex Manicomio. Ricordiamo che l’immenso Franco Basaglia fece partire proprio da questa città la rivoluzione sulla visione della salute mentale in Italia.

Spostandoci verso il Carso, alle spalle di Trieste, spuntano poi le osmize. Difficili da spiegare, semplicissime da vivere. Giustamente, ti starai chiedendo… “Cos’è un’osmiza?

Una tradizione che ho amato, specialmente nella bella stagione. Se adori le cose semplici, l’atmosfera di campagna e i sapori autentici, non puoi perderti quest’esperienza. Ho chiesto supporto a Chat GPT, per descrivertele:

“Un’osmiza è un punto di ristoro rustico tipico della zona del Carso, vicino a Trieste, dove i contadini aprono le proprie cantine o case per vendere e consumare direttamente i loro prodotti, principalmente vino, salumi, formaggi e uova. Il nome deriva dalla parola slovena “osem” che significa “otto”, poiché originariamente le aperture erano concesse per periodi di otto giorni. Le osmize sono segnalate da una frasca d’edera appesa fuori dalla proprietà.”

Osmiza Trieste
Osmiza Suber Marco

Fra quelle che ho provato personalmente, mi sono piaciute tanto l’Osmiza Suber Marco (super economica) e l’Osmiza Pipan Klaric. Tieni presente che si danno il turno, ne troverai aperte solo poche alla volta. Puoi consultare giorni e orari d’apertura qui.

TRIESTE TRA MARE E MONTAGNA

Da fare a Trieste: bucket list di cose particolari, da vedere, da vivere
Vista dal Faro della Vittoria sul mare

È buffo constatare che un sacco di gente amerebbe visitare il Castello di Miramare, ma non ha la più pallida idea del fatto che disti a 15 minuti d’auto dal centro di Trieste. Inutile dire che la visita vale assolutamente la pena, soprattutto gli itinerari nella natura del Parco.

Poco prima, si stagliano lungo la costa dei baretti, fino ai primi “Topolini”. Dieci in totale, sono strutture sopraelevate rispetto al marciapiede, in cemento, dove d’estate i triestini vengono a prendere il sole. “Ma come, non sono scomodi?” Sì, è quello che mi chiedevo anche io. E sì, confermo, per me che sono abituata alla sabbia, sdraiarmi sull’asfalto risulta esageratamente strano. Ecco perché prediligo la Pineta di Barcola, dove almeno posso contare su un riparo, oltre che un suolo un po’ più soffice. E sulla Pineta delle Scimmie, mio chiosco preferito per aperitivi vista mare, tra un tuffo e l’altro. Puoi scegliere pure la dimensione del tuo spritz. Ah, a Trieste esistono pure lo spritz rosso e lo spritz bianco: in pratica, del vino diluito con acqua frizzante. Da veneta dico… Boh. Se sono contenti loro, va bene così!

Bucket List da fare a Trieste: cose particolari, da vedere, da vivere
La Pineta delle Scimmie

Tutta Barcola è sovrastata dalle alture rocciose del Carso, e in particolare dal Santuario del Monte Grisa, conosciuto anche come “Il Formaggino”. Il motivo? Il suo design esteriore, che ricorda, per l’appunto, il classico formaggio coi buchi. Intorno all’edificio si stagliano numerosi sentieri vista mare. C’è la Strada Napoleonica, palestra per arrampicatori; mentre più in là, verso Duino e Sistiana, ci sono dei sentieri splendidi, come il Rilke e il Tiziana Weiss, che si diramano su faraglioni a picco sul profondo blu. Da tutt’altra parte, ma ne faccio cenno lo stesso, si nasconde la Riserva della Val Rosandra. In 20 minuti di bus o auto, si giunge nei boschi del Carso, fra cascate e cime da scalare, per un’escursione in mezzo alla natura.

Miramare
Parco di Miramare

Tornando al mare, ultimissima fra le cose particolari da fare a Trieste è accedere al Pedocin, l’unico stabilimento balneare in tutta Europa ad essere rimasto diviso in area uomini e area donne. Sorge vicino al Faro del Porto Vecchio, ed è ufficialmente battezzato “La Lanterna”. L’ingresso si paga ad un prezzo meramente simbolico.

IL TRAM A TRIESTE: ESISTE DAVVERO? FUNZIONA?

Sì, funziona ed è operativo (ottobre 2025). Qui trovi maggiori informazioni e aggiornamenti.

L’ULTIMO SALUTO A “TRIESTE”, BY LUCIO CORSI

Mi mancherà cercare disperatamente parcheggio, ogni volta che devo spostare l’auto. Mi mancherà guidare e sentirmi spingere dal vento, così come mi mancherà la sensazione di volare, quando la Bora mi sollecita ad incamminarmi a lavoro, attraversando Piazza Garibaldi solo per annusare i fiori del chiosco aperto sin dal mattino presto.

Come in un vero viaggio che si rispetti, quando giunge il momento di ripartire non si è mai la stessa persona che si era all’inizio dell’avventura. E forse è giusto così. Trieste è stata tutto: sacrificio, amore, dolore, sofferenza, risate, lacrime, confusione, incertezza, sicurezza, risveglio, porto sicuro, tempeste, sfide e opportunità. Ma è pur sempre qui che, da mesi e mesi a sole poche settimane dall’istante in cui le nostre strade si separeranno, sono rinata.

Trieste da vedere e fare
San Giacomo – Via dell’Istria

Ho persino scoperto che Lucio Corsi le ha dedicato una canzone. Ed è proprio vero, che:

Per le strade di Trieste vive gente convinta

Che il vento no, non era un freno, ma una spinta

Che il vento no, non era un freno, ma una spinta utile

Per tenere le nuvole in viaggio

Per chi è fermo, non trova il coraggio

Vento che spinge sia le barche che gli uomini

Se non riescono a muoversi”

Grazie, Trieste, per avermi spinto nella direzione che avevo smarrito, nell’eccessiva quiete che si sperimenta a vivere riparati da tutto, comprese le folate di vento. Grazie per avermi mosso, scosso e incalzato ad inseguire i miei sogni e per avermi reso più forte. Nel mentre, spero che tutti i tuoi segreti possano arricchire i viaggi di quelle pochissime persone che avranno avuto il coraggio di leggermi dall’inizio alla fine. Anche a voi, come sempre, grazie. Per la vostra fiducia e il vostro tempo. Forse non vi conosco, ma vi voglio bene.

PS: se sei un triestino e noti qualche errore nel testo riguardante le informazioni che ho condiviso sulla tua città, sentiti pure libero di scrivermi nei commenti per correggermi. Lo apprezzerei tantissimo!

Alla prossima avventura,

Alice in WonderWords

5 risposte a “Da fare a Trieste: bucket list di cose particolari, da vedere, da vivere”

  1. Pura poesia,incontro di parole,immagini, emozioni e l’anima vola, la mente si apre a considerazioni impensabile prima. Solo voglia di mollare, scappare da queste quattro mura, abbandonare questa scrivania grigia come la tua vita, fatta solo di routine, Il criceto ha capito, non esiste solo la ruoata!

    Grazie Alice, ogni tuo post mi porta a viaggiare, mi salva dalla monotona vita quotidiana.

    Attendo il prossimo, se non sarò io a scriverlo.

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    1. Grazie <3. Quando vuoi puoi mandarmi un tuo articolo e lo pubblico a nome tuo. Aspetto 🙂

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  2. Grazie per aver saputo trasmettere attraverso il tuo articolo l’anima di una città singolare e unica come Trieste. Leggere le tue parole è stato come passeggiare per le sue vie, ripercorrendo la sensazione di una città che riesce a farti sentire a casa, ma anche straniera, affascinandoti e sfidandoti allo stesso tempo!

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    1. ti ringrazio tantissimo Eleni ❤

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  3. Non credevo di riuscire a leggerlo tutto, invece non riesco a smettere di rileggerlo. Ogni volta scopro uno scorcio di Trieste nuovo, intrigante, la Trieste dei mille volti, la Trieste della vita di comunità, fatta di tante lingue, tante culture, tante facce, ma una sola anima, l’anima di colui che ha voglia di vivere la VITA. E’ quello che trovo in questo poema, pur non conoscendola, giro liberamente per le sue vie, come le vie della mia mente che mi portano lontano. Sento la fatica, ma anche la leggerezza, la fierezza, la voglia di vivere in una città crocevia di uomini, culture, merci. Una città crocevia di amicizie, di amori che nascono altri che svaniscono. Un grazie grande a te Alice, continua a farci viaggiare, non permettere a nessuno di chiuderti in gabbia!

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