Emilia-Romagna: Trekking sui calanchi al Parco regionale della Vena del Gesso

Emilia-Romagna: Trekking sui calanchi al Parco regionale della Vena del Gesso

Avvicinandomi a Brisighella, la natura comincia già a sorprendermi. Mentre il mondo scorre fuori dal finestrino, noto un’assurdità all’apparenza inspiegabile: com’è possibile che, sopra monti e colline, si alzino al cielo dei pini marittimi? Scoprirò solo durante il trekking sui calanchi al Parco regionale della Vena del Gesso il motivo: in questa zona dell’Emilia-Romagna, un tempo, c’era il mare!

L’itinerario che percorreremo sarà bello tosto, ma quando sei con la persona giusta, il tempo scorre sempre fin troppo veloce. A guidarci sarà l’app di Komoot: seguiremo circa 14 km di percorso, per un totale di 4 ore e mezza. Un giro ad anello sorprendente, tra il Monte Nosadella, creste dei calanchi, la Torre del Marino e la Grotta Tanaccia.

E’ da quando ero bimba che desidero addentrarmi nei segreti più nascosti di questa regione. Se la Riviera Romagnola è stata per anni la mia seconda casa – oltre che meta prediletta delle mie vacanze e incubatrice di un mio grande sogno nel cassetto – mi ha sempre affascinato scorgere, dalla terrazza dell’albergo, l’entroterra. “Chissà cosa nasconde”, m’interrogavo, mentre mamma mi faceva le trecce prima di scendere a cena e le nuvole si tingevano di rosa.

Finalmente ho avuto modo di svelare al mio cuore questo mistero. Nelle prossime righe ti porterò con me in un’escursione dove non ci sarete nient’altro che te, la natura, il suono del vento (anche se, effettivamente, non è poi vero che il vento in sé non produce alcun rumore?) e una pace infinita.

Se già hai letto qualche mio articolo a tema natura, saprai bene che ciò che più amo è visitare quei posti talmente sperduti che, a pensare: “se mi perdessi qui, chi mai potrebbe trovarmi?” mi viene da sorridere. 

Perché è proprio quello di cui ho bisogno, a volte. Lasciarmi avvolgere dall’energia della Terra, nei suoi angoli più remoti e lontani dal caos, per ascoltare le vibrazioni del mondo. E per tornare a percepire le mie.

Cose da sapere prima di partire per i calanchi dell’Emilia-Romagna

Emilia-Romagna: Trekking sui calanchi al Parco regionale della Vena del Gesso

Leggendo anche altre recensioni sul Parco regionale della Vena del Gesso, avrai notato che ci sono più percorsi fra cui scegliere. Quello per cui abbiamo optato noi (o meglio, il mio ragazzo, di cui mi sono fidata ciecamente) lo trovi cliccando qui.

E’ un itinerario classificato come “difficile”, che richiede calzature robuste e una modesta resistenza fisica. Io non mi considero un’esperta nelle camminate in montagna, ma sono comunque riuscita a portarlo a termine senza grossi problemi. Mi raccomando, valuta bene le scarpe che userai. Ci saranno dei tratti – segnalati come “pericolosi” – in cui ti sembrerà quasi di camminare su un filo, mentre a destra e a sinistra si aprirà uno strapiombo. Sarà meraviglioso, ma proprio per goderti l’esperienza senza paura, la comodità sarà fondamentale.

Specialmente se hai intenzione di pianificare la gita sulla Vena del Gesso tra autunno e inverno, accertati del meteo a Ravenna e dintorni.

Non controllare solo il giorno stesso, ma anche quelli precedenti. Il terreno, se ha diluviato o se è prevista pioggia, potrebbe risultare troppo scivoloso e rendere davvero arduo proseguire.

Il mio consiglio è quello di indossare vestiti termici, per non patire freddo. Porta con te una borraccia, pranzo al sacco e un cappello che ti copra le orecchie… E sarai pronto/a a partire!

Ma… cosa sono i calanchi dell’Emilia-Romagna? 

Non sei ancora riuscito a capire concretamente cosa siano i calanchi? E’ del tutto normale! Anche io ci ho messo un po’ per credere a quel che si stagliava di fronte ai miei occhi e a comprendere come descriverli per dargli giustizia. 

Immagina un saliscendi di crinali di argilla che si diramano per chilometri: quelle sono le creste delle montagne sulle quali ti troverai a camminare nel giro di pochi minuti. All’inizio ti ho svelato che qui, milioni di anni fa, c’era l’acqua. In breve, ti addentrerai proprio tra i fondali sabbiosi del mare preistorico. E, se anche tu sei un amante della natura, ti assicuro che di questa esperienza conserverai un ricordo indimenticabile.

Giro ad Anello fra i calanchi al Parco regionale della Vena del Gesso

Lasciata l’auto nel parcheggio vicino all’uscita (o entrata) alla Grotta Tanaccia, attiviamo Komoot e ci avviamo al punto di partenza, monitorando la mappa del Parco della Vena del Gesso fornita dall’app. Ricorda: per tutto il trekking sui calanchi segui sempre le indicazioni del sentiero CAI 505.

Prima di scendere lungo la stradina che costeggia un vigneto, ci concediamo un istante per ammirare lo spettacolo intorno a noi. Siamo in uno dei parchi naturali più suggestivi dell’Emilia-Romagna.

L’ultima volta che ho potuto contemplare un verde così intenso e brillante, nonostante il cielo nuvoloso, è stato in Irlanda. I monti si allungano verso l’orizzonte, o meglio, verso l’infinito. Le terre coltivate in cui si alternano alberi da frutto, uliveti e vigne sono intervallate dai maestosi calanchi.

Le prime tappe segnalate da Komoot sono il Monte Nosadella (1,20 km) e un sentiero da brivido sulla cresta del calanco. Fin qui, avrai percorso circa 3 km. 

Lungo la prima parte, molto probabilmente, troverai due eleganti sedie bianche collocate su un’altura, a pochi metri dal precipizio sottostante. Qui abbiamo scattato la foto più romantica dell’intera giornata… Il panorama, poi, è talmente bello da sembrare sfuggire agli occhi ogni volta che si sposta l’attenzione su un dettaglio diverso. 

Parco regionale della Vena del Gesso

Superato un vecchio casolare rosa pieno zeppo di utensili da giardino, giungerai ad un’altra tappa intermedia, dove il pranzo (o spuntino) al sacco è d’obbligo! Ad attenderti ci saranno delle insolite sculture in acciaio corten, fra cui delle seggiole e un tavolino. 

Approfittane per recuperare le energie, perchè la parte più “ardua” del trekking sui calanchi al Parco della Vena del Gesso deve ancora arrivare! 

Emilia-Romagna: Trekking sui calanchi al Parco regionale della Vena del Gesso

Superata l’antica Torre del Marino (3,53 km), l’itinerario seguirà parzialmente la strada asfaltata. Nella bella stagione, puoi anche optare per un pranzo nell’agriturismo collocato proprio accanto al mastio.

Probabilmente, ti vedrai sfrecciare accanto gruppi di ciclisti in mountain-bike. Se la salita piuttosto impegnativa ti metterà a dura prova, cerca di motivarti pensando che quello che seguirà ti ricompenserà di ogni sforzo.

Siamo arrivati alla discesa più temuta di tutta l’escursione! A sinistra ci sarà il vuoto, a destra pure. Una miriade di calanchi si incanaleranno verso il basso, facendo a gara a chi creerà l’insenatura più profonda… E tu, come avrai già capito, dovrai percorrere proprio uno di quelli. Ma niente paura: nonostante il calanco segnalato dal CAI risulti parecchio ripido, basta avere un po’ di prudenza. Se il vento soffierà forte, fai come me: accucciati a terra e imita la camminata di un gambero. Giuro che funziona. Superata la paura, sono sicura che, terminata l’impresa, non vedrai l’ora di rifarlo di nuovo. 

Passeggiando tra case di campagna e vigneti, abbiamo superato più della metà del sentiero. E se pensavo di avere avuto paura per quella discesa “pericolosa”, quel che ne è seguito mi ha fatto completamente ricredere.

Dopo aver camminato a valle per strade asfaltate, vie infangate e sentieri, l’app ci segnala che manca poco al termine del percorso. Avvicinandoci ad un ruscello e ad un’area chiusa da un ingombrante cancello, Komoot ci indica di proseguire a sinistra, in salita, dentro al bosco.

Mi raccomando, a questo punto del trekking sui calanchi nel Parco della Vena del Gesso dell’Emilia-Romagna, non seguire più Komoot. Rischierai di perderti (e di farti male). Prendi come riferimento il sentiero lineare disegnato in rosso nello screen che segue, segnalatoci da una persona del posto.

Sul momento non scorgiamo alcuna indicazione. Indecisi sul da farsi, incontriamo una buffa signora, probabilmente straniera, dai capelli rossi? rosa? che ci invita a proseguire tirando dritto verso gli uliveti, ad attraversare il campo di viti e a riprendere il sentiero da lassù. Noi, però, abbiamo ancora un’ultima tappa da raggiungere: la Grotta Tanaccia. Che, purtroppo, sembra da tutt’altra parte.

Cerchiamo di spiegarglielo, ma lei è abbastanza ferma sul punto. Anzi, ci sconsiglia vivamente di scegliere quella direzione, ribadendo che di lì sono cresciuti tantissimi rovi, che c’è pieno di fango e, per finire, che potremmo incontrare dei lupi.

Non per mia decisione (specifichiamolo!) decidiamo comunque di proseguire imperterriti sulla sinistra. Pian piano, ogni avvertimento della signora comincia a concretizzarsi: il sentiero, in salita, è pieno zeppo di fango. Cominciamo a scorgere delle enormi impronte di lupi e, ad un certo punto, non riusciamo più a trovare la via. Davanti a noi ci sono solo un mucchio di rovi.

E dopo una serie di taciuti insulti, qualche spina infilata fra dita, giubbotto e capelli e un po’ (un po’ tanta) ansietta, riusciamo a ricongiungerci al percorso battuto, a pochi metri dalla Grotta. Ne è valsa la pena, fidarci di Komoot e non di quella signora? Sì: se non altro, abbiamo ammirato i cristalli delle rocce di gesso e setacciato ogni mistero della foresta. Lo rifarei? Credo di no.

NB: Sullo screen ho indicato anche un’alternativa, che prevede una deviazione dalle indicazioni di Komoot solo verso la fine. Considera che passerai comunque in mezzo al fango. A te la scelta!

Finalmente, siamo arrivati all’ultima tappa: incontrerai la Grotta Tanaccia a 13,3 km, quindi quasi al termine dell’itinerario.

Seguendo le indicazioni (quelle corrette), sbucherai vicino all’auto. Di conseguenza, dovrai tornare indietro, ed imboccare l’ingresso dal parcheggio. Dopo qualche decina di metri, te la ritroverai di fronte. D’inverno non è visitabile, per consentire ai pipistrelli che vi dimorano di godere del periodo di letargo… Ma se ti capita di passare di qui nella bella stagione, ti super consiglio di prenotare una visita guidata.

Che dire: il trekking sui calanchi al Parco regionale Vena del Gesso è solo per i cuori che sanno gioire della natura e delle sue meraviglie. Se sei arrivato fino qui a leggere, credo proprio che tu sia uno di quelli. Scegli bene chi portare con te in questo viaggio speciale, perché solo le anime più sensibili (e anche un po’ impavide) saranno in grado di apprezzarlo davvero.

Dove dormire vicino alla Vena del Gesso e ai Calanchi in Emilia-Romagna

Se, come spero, già stai fantasticando su quando pianificare il tuo trekking sui calanchi nei dintorni di Brisighella, ecco un paio di spunti qualora optassi per dormire fuori.

  • Puoi soggiornare proprio nel centro storico del paese, per cogliere l’occasione e visitare anche il suo castello. Ci sono B&B e hotel ad un ottimo rapporto qualità/prezzo, oltre che un’area sosta camper a 300 mt dal cuore della cittadina.
  • C’è l’Agriturismo Torre del Marino, che si trova lungo l’itinerario ad anello. Ti sveglierai in mezzo alla campagna, con un’incredibile vista sui calanchi e a pochi passi dalla torre storica. L’ideale anche per un pranzo o una cena immersi nella natura.
  • Poco distante dal parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto, c’è il Relais Varnello, una deliziosa struttura dotata di piscina e che offre peraltro la prima colazione.
Calanchi

Grazie per il tuo tempo e… Al prossimo articolo! 🙂

4 risposte a “Emilia-Romagna: Trekking sui calanchi al Parco regionale della Vena del Gesso”

  1. Thank you for your beautiful piece. It felt as if I was walking the route with you!

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  2. Bellissimo,ho viaggiato con la fantasia, è come aver camminato con Te, grazie 👏👏👏

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  3. Avatar Francesco Turchetti
    Francesco Turchetti

    Io ho avuto modo di vedere il primo ed unico esemplare di gambero dei calanchi scendere dalla cresta. Imperdibile! 😝

    Scherzi a parte, un ultimo consiglio soprattutto se non siete pratici di queste escursioni, a maggior ragione durante il periodo invernale, calcolate le ore di luce e partite per tempo! Gli imprevisti possono capitare, nel caso dotatevi di una comodissima luce da fissare sulla testa! Al buio vedono bene solo i lupi! 🤪

    Un saluto a tutti e un bacio immenso alla mia princess 😘

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  4. Scritto veramente bene, ti fa immaginare di essere già li!

    Ottime tutte le guide di Alice, molto precise e puntuali. ricche di suggerimenti!!! Se non ci fosse, bisognerebbe inventarla.

    Grazie

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